Fringe benefit: cosa sono, come funzionano e quali vantaggi offrono

Introduzione

Abbiamo già parlato in generale dei benefit aziendali, ma in questo articolo ci concentriamo in particolare sui fringe benefit: una delle modalità attraverso cui le aziende arricchiscono il pacchetto retributivo dei propri dipendenti, al di là della retribuzione base. Cosa sono esattamente i fringe benefit? Come funzionano? E che impatto hanno sulle dinamiche aziendali? Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande!

INDICE DEI CONTENUTI

Fringe benefit: cosa sono e perché le aziende li utilizzano

I fringe benefit sono quei benefici che un’azienda offre ai suoi dipendenti in aggiunta al salario tradizionale. Si tratta di vantaggi non monetari che possono assumere diverse forme, come buoni pasto, auto aziendali, dispositivi elettronici e molto altro. Questi benefit sono spesso utilizzati dalle aziende come strumenti per attrarre e fidelizzare i professionisti, migliorare il benessere dei dipendenti e aumentare la produttività.

La loro introduzione nel pacchetto retributivo è spesso una risposta alla crescente richiesta di flessibilità e di supporto nella vita lavorativa e personale dei dipendenti. Offrendo fringe benefit, le aziende non solo migliorano l’esperienza lavorativa, ma possono anche ottenere vantaggi fiscali, rendendo questa pratica vantaggiosa sia per il dipendente sia per il datore di lavoro.[1][2]

 

Differenza tra fringe benefit e welfare aziendale

Sebbene il termine “fringe benefit” venga spesso usato in modo intercambiabile con “welfare aziendale”, i due concetti non sono esattamente la stessa cosa. La differenza principale riguarda la finalità e la struttura.

  • Fringe benefit: sono vantaggi economici che vanno ad aggiungersi al salario, ma che non sono sempre legati al miglioramento del benessere complessivo del dipendente. Possono essere pensati come una sorta di incentivo economico, che migliora le condizioni di lavoro senza modificare direttamente la retribuzione.

  • Welfare aziendale: rappresenta un insieme di politiche aziendali più ampie, finalizzate al miglioramento del benessere psicofisico, familiare e sociale dei dipendenti. Il welfare aziendale può includere fringe benefit, ma si estende anche ad altre iniziative, come corsi di formazione, programmi di supporto psicologico, congedi per la famiglia, etc.

In breve, mentre i fringe benefit sono uno strumento concreto e tangibile, il welfare è una visione più ampia, che punta a creare un ambiente di lavoro sano, equilibrato e motivante, in linea con la cultura aziendale.

 

Tipologie più comuni di fringe benefit

I fringe benefit possono assumere diverse forme, a seconda delle politiche aziendali e delle esigenze dei dipendenti. Ecco alcune delle tipologie più comuni.

  1. Buoni pasto: tra i fringe benefit più diffusi, sono un contributo che l’azienda fornisce per il pranzo. Possono essere dati in forma di buoni cartacei o tramite carte elettroniche prepagate. Sono particolarmente vantaggiosi perché esenti da tassazione fino a una certa soglia.

  2. Abbonamenti a mezzi di trasporto: treni, autobus, metropolitane, ma anche bike sharing nelle aziende più attente alla sostenibilità.

  3. Auto aziendali: offrire un’auto aziendale è un beneficio molto apprezzato, soprattutto per i dipendenti che devono spostarsi frequentemente per lavoro. Viene messa a disposizione per l’uso sia professionale sia privato, con una tassazione favorevole rispetto all’uso di auto personali.

  4. Buoni carburante: per rifornire l’auto aziendale, se la si ha, ma anche quella personale.

  5. Dispositivi elettronici: molte aziende offrono device come smartphone, tablet o computer portatili ai propri dipendenti, soprattutto per facilitare lo smart working o la mobilità. Spesso si concede anche l’uso misto, cioè sia lavorativo sia personale.

  6. Rimborso utenze domestiche: molto legato sempre allo smart working, per coprire spese di acqua, luce, gas.

  7. Assicurazioni sanitarie: l’offerta di una copertura sanitaria integrativa è un fringe benefit che mira a garantire una protezione maggiore per i dipendenti e le loro famiglie.

  8. Formazione professionale: un altro esempio di fringe benefit può essere l’offerta di corsi di formazione, workshop o contributi per l’auto-miglioramento professionale.

Ogni tipo di fringe benefit ha i suoi vantaggi e le sue peculiarità, ma tutti contribuiscono ad aumentare la soddisfazione e la motivazione dei dipendenti.

 

Le auto aziendali e le tabelle ACI

Un tema che merita un approfondimento particolare riguarda le auto aziendali.[3] Queste vengono fornite a dipendenti che svolgono attività che richiedono frequenti spostamenti. La tassazione delle auto aziendali è regolata in base al valore di listino dell’auto e agli eventuali costi sostenuti dall’azienda per il veicolo.

Le tabelle ACI (Automobile Club d’Italia) sono utilizzate per determinare il valore del fringe benefit relativo all’uso dell’auto aziendale.[4] Queste tabelle indicano il valore del beneficio per ogni tipo di veicolo in base alla potenza e al costo d’acquisto. È importante che le aziende si riferiscano alle tabelle ACI per evitare problematiche fiscali e calcolare correttamente la quota di tassazione relativa all’auto aziendale.

 

Fringe benefit in busta paga

In busta paga, i fringe benefit compaiono come voci separate dalla retribuzione ordinaria. La loro entità dipende dal tipo di benefit ricevuto e dalla modalità di calcolo (per esempio, per i buoni pasto o per l’auto aziendale).

Il calcolo dei fringe benefit può variare a seconda del tipo di beneficio e delle normative fiscali in vigore.

Per esempio, nel caso dei buoni pasto, il valore del beneficio è stabilito dalla legge e non supera una certa soglia di esenzione. Invece, per l’auto aziendale, il valore del fringe benefit dipenderà dal valore del veicolo, come determinato dalle tabelle ACI.

In generale, l’importo dei fringe benefit è considerato parte della retribuzione, ma non è sempre soggetto alle stesse tasse della retribuzione ordinaria.

 

La questione fiscale: tassazione e soglie di esenzione

La tassazione dei fringe benefit dipende dal tipo di beneficio fornito.[5]

Facciamo l’esempio dei buoni pasto: per il datore di lavoro, i costi sono deducibili al 100% e l’IVA applicata dalla società emettitrice è detraibile al 4%.

Ci sono però dei limiti delle soglie di esenzione: fino a 4 euro giornalieri per il buono pasto cartaceo e fino a 8 euro per il buono pasto digitale. Ovviamente un’azienda può anche scegliere di superare le soglie di tassazione dei buoni pasto e, per esempio, dare buoni pasto digitali da 9 euro: in questo caso, si usufruisce dei vantaggi fiscali, entro i limiti previsti, e solo l’eccedenza, cioè 1 euro, viene tassata.

Altri benefit, come le auto aziendali, sono soggetti a tassazione, ma l’aliquota varia in base al tipo di utilizzo (professionale o personale) e al valore del bene. La percentuale di tassazione per le auto aziendali, per esempio, dipende dal valore del veicolo e dalla sua cilindrata, in base alle tabelle ACI.

 

Impatto dei fringe benefit sul clima aziendale e sulla retention dei dipendenti

I fringe benefit non solo rappresentano un vantaggio economico, ma hanno anche un impatto significativo sul clima aziendale e sulla retention dei dipendenti. Offrire fringe benefit può aumentare la soddisfazione lavorativa, migliorare il morale e incentivare la fedeltà all’azienda.

Un pacchetto ben strutturato di fringe benefit può contribuire a ridurre il turnover, migliorare il coinvolgimento dei dipendenti e favorire un clima di lavoro positivo. Inoltre, un’azienda che offre fringe benefit di qualità si presenta come un datore di lavoro attento al benessere dei propri dipendenti, rafforzando così la propria reputazione sul mercato del lavoro.

 

Bonus lavoratori e bonus in busta paga: collegamenti e differenze con i fringe benefit

Il bonus lavoratori e i bonus in busta paga sono altre forme di incentivo che spesso vengono confusi con i fringe benefit. Tuttavia, ci sono delle differenze importanti.

  • Bonus lavoratori: sono somme di denaro aggiuntive che l’azienda offre ai dipendenti in occasioni speciali, come festività o raggiungimento di obiettivi aziendali.

  • Bonus in busta paga: sono importi aggiuntivi che vanno a incrementare la retribuzione mensile, e sono soggetti a tassazione ordinaria.

Mentre i fringe benefit sono generalmente vantaggi non monetari (o semi-monetari) che non vengono aggiunti direttamente alla retribuzione, i bonus sono compensi diretti in denaro.

 

Quando convengono: vantaggi per l’azienda e per il dipendente

Ricapitolando, i fringe benefit sono vantaggiosi sia per le aziende sia per i dipendenti. Come scrivevamo, per le aziende rappresentano un modo per migliorare la competitività e l’attrattività sul mercato del lavoro, senza gravare troppo sui costi salariali diretti. Inoltre, possono contribuire a creare un ambiente di lavoro più positivo e produttivo.

Per i dipendenti, i fringe benefit offrono un supporto concreto nella vita quotidiana, alleggerendo i costi di alcune spese (come il cibo o i trasporti) e migliorando il loro benessere generale. La convenienza, come abbiamo visto nel capitoletto dedicato, è anche fiscale.

 

Errori da evitare nella gestione dei fringe benefit

Nella gestione dei fringe benefit, ci sono alcuni errori comuni da evitare.

  1. Non rispettare le normative fiscali: è fondamentale conoscere le soglie di esenzione e le tabelle fiscali per evitare sanzioni.

  2. Offrire benefit non adeguati alle necessità dei dipendenti: i fringe benefit devono rispondere alle reali esigenze dei dipendenti, altrimenti rischiano di essere percepiti come inutili.

  3. Non comunicare chiaramente il valore del benefit: i dipendenti devono essere consapevoli del valore economico dei fringe benefit che ricevono, per poterli apprezzare pienamente.

 

Conclusione

Per le aziende, offrire una gamma diversificata di fringe benefit può fare la differenza nella retention dei dipendenti e nell’attrazione di nuovi talenti. È importante monitorare le normative fiscali e scegliere benefit che rispondano alle necessità dei dipendenti.

Per i dipendenti, è fondamentale informarsi sui fringe benefit offerti dal proprio datore di lavoro, in modo da poterli sfruttare al meglio. Inoltre, conoscere la tassazione e le soglie di esenzione è cruciale per ottimizzare i vantaggi.

In definitiva, i fringe benefit rappresentano una risorsa preziosa per migliorare il benessere dei dipendenti e la competitività aziendale, ma devono essere gestiti con attenzione e trasparenza.

 

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