Lavorare all’estero: guida completa per trovare lavoro fuori dall’Italia

Introduzione

Lavorare all’estero rappresenta un’opportunità per molti, offrendo esperienze uniche che possono arricchire tanto a livello personale quanto professionale. La possibilità di entrare in contatto con culture diverse, sviluppare competenze internazionali e, in alcuni casi, migliorare la propria situazione economica, rende il lavoro all’estero un sogno per molti italiani.

Ma come fare per trovare un impiego fuori dai confini nazionali? In questo articolo risponderemo a molte delle domande che possono emergere quando si comincia a pensare a un’opportunità di questo tipo.

INDICE DEI CONTENUTI

Perché lavorare all’estero?

Lavorare all’estero non è solo una scelta professionale, ma anche una straordinaria opportunità di crescita personale e culturale. I vantaggi che ne derivano possono essere molteplici.

 

Crescita professionale

Lavorare in un contesto internazionale permette di confrontarsi con altre metodologie, approcci e competenze, ampliando il proprio bagaglio professionale. Inoltre, avere un’esperienza all’estero è spesso molto apprezzato dalle aziende, in quanto dimostra adattabilità, flessibilità e capacità di operare in ambienti multiculturali.

 

Opportunità economiche

In alcuni Paesi, il salario medio può essere significativamente più alto rispetto a quello italiano, soprattutto in ambiti altamente specializzati. Inoltre, alcuni Paesi offrono un costo della vita inferiore, il che può contribuire a un miglioramento del tenore di vita.

 

Esperienza culturale

Vivere in un altro Paese consente di scoprire una cultura diversa, imparare una nuova lingua e fare esperienze che difficilmente si potrebbero vivere restando in Italia. Imparare a gestire le differenze culturali è una competenza che oggi viene sempre più apprezzata nel mondo del lavoro.

 

Quali sono i Paesi esteri più considerati dagli italiani?

Secondo l’Osservatorio delle Libere Professioni, gli italiani che nel 2024 si sono trasferiti all’estero sono stati 156 mila.[1]

Ma dove sono andati?

  • 12,8% in Germania
  • 12,1% in Spagna
  • 11,9% nel Regno Unito
  • 9,8% in Svizzera
  • 8% in Francia
  • 6,9% in Brasile
  • 5% negli Stati Uniti
  • 1,8% in Argentina
  • 0,7% nei Paesi Bassi
  • 0,6% in Belgio

 

Ogni Paese ha caratteristiche che lo rendono più o meno adatto agli italiani che cercano lavoro all’estero. Facciamo qualche riflessione sui Paesi più considerati.

Germania
Offre numerose opportunità, soprattutto per ingegneri, informatici e professionisti in ambito scientifico. Il mercato del lavoro tedesco è molto strutturato, ma il Paese è anche noto per il buon equilibrio tra vita privata e lavorativa.

Spagna
Con un costo della vita relativamente basso rispetto ad altri Paesi europei, la Spagna è una destinazione popolare per molti italiani. Il settore turistico, l’istruzione e la tecnologia sono tra i più dinamici, ma è importante essere consapevoli della disoccupazione giovanile. Un altro punto a suo favore è l’essere per molti versi simile all’Italia, sia per quanto riguarda il clima sia per l’approccio culturale.

Regno Unito
Nonostante la Brexit, continua a essere una meta ambita per molti professionisti, grazie alla sua economia dinamica e alla presenza di numerose multinazionali. I settori più richiesti includono finanza, tecnologia e marketing.

Svizzera
È molto apprezzata per la sua economia solida, l’alta qualità della vita e i salari elevati. Ma la vicinanza è un ulteriore motivo che spinge a considerarla e sceglierla, anche nella modalità da frontalieri, ossia quei lavoratori che risiedono in un Paese e lavorano in un altro rientrando dove hanno la residenza almeno una volta alla settimana, o più spesso, a seconda della distanza.

Le competenze in ambito finanziario, ingegneristico e sanitario sono molto ricercate.

Francia
Con un’economia diversificata e una buona qualità della vita, la Francia offre opportunità in vari settori, tra cui moda, tecnologia e design. Le principali città, come Parigi e Lione, sono centri nevralgici per chi cerca lavoro.

Brasile
La domanda di competenze in settori come l’ingegneria, l’agricoltura e le tecnologie offre molte opportunità di carriera, insieme a un costo della vita relativamente basso.

Stati Uniti
Sono una delle destinazioni più ambite per chi cerca lavoro all’estero, soprattutto per professionisti che lavorano nelle aree tecnologiche e scientifiche. Le opportunità sono enormi, ma la concorrenza è altrettanto alta, e la burocrazia per ottenere un visto può essere complessa.

Argentina
Attrae professionisti nei settori del design, della tecnologia e del turismo, grazie anche al mercato più accessibile e alla vivace scena culturale. Inoltre, ha una forte comunità di origine italiana e questo può far sentire più “a casa”.

Paesi Bassi
C’è una forte domanda di competenze qualificate in settori come tecnologia, ingegneria, finanza e marketing. Inoltre, offrono una qualità della vita elevata, un sistema fiscale favorevole per i lavoratori e una cultura orientata all’inclusività e alla sostenibilità. La buona conoscenza dell’inglese, l’ambiente internazionale e l’equilibrio tra vita privata e professionale sono ulteriori motivi che rendono il Paese attraente per gli italiani in cerca di nuove opportunità lavorative.

Belgio
Gli italiani vi si trasferiscono principalmente per le opportunità lavorative nei settori delle istituzioni europee, della tecnologia, della consulenza e dell’ingegneria. Offre una buona qualità della vita, salari competitivi e una posizione strategica in Europa, con molte aziende internazionali e una forte domanda di professionisti qualificati. Inoltre, la presenza di una vasta comunità di expat e la possibilità di lavorare in un contesto multilingue e multiculturale rendono il Belgio una meta interessante per chi cerca nuove opportunità professionali.

Possiamo fare anche un’altra curiosa riflessione ponendoci una domanda interessante: ma quale regione lasciano principalmente gli italiani quando si trasferiscono all’estero? Vediamo le prime 5 regioni.

  • Il 19,5% si è trasferito dalla Lombardia
  • Il 10,1% dal Veneto
  • Il 9% dalla Sicilia
  • Il 7,2% dal Piemonte
  • Il 7,1% dalla Campania

 

E, infine, in quanti fanno ritorno in patria? Nel 2024 sono stati quasi 53 mila.

  • Il 15,4% dalla Germania
  • L’11,5% dal Regno Unito
  • L’8,5% dalla Svizzera
  • Il 6,3% dalla Francia
  • Il 6,1% dal Brasile

 

Differenze burocratiche e normative tra Paesi

Ogni Paese ha normative diverse riguardo ai permessi di soggiorno e ai visti, che variano a seconda del Paese di origine, della durata del soggiorno e del tipo di lavoro che si intende svolgere.

Partiamo da un dato di fatto che ci posiziona quasi in cima alla lista dei privilegiati negli spostamenti: il passaporto italiano è al terzo posto, insieme a Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, e Spagna, nella tradizionale classifica dei passaporti “più potenti del mondo” stilata dalla società di consulenza britannica Henley & Partners.[2][3]

Non vuol dire che ci basti solo il passaporto per spostarci per lavoro, ma certamente è un ottimo inizio!

Vediamo poi alcune informazioni generali.

I cittadini dell’Unione Europea non hanno bisogno di visti per lavorare in molti Paesi europei, ma per altre destinazioni, come gli Stati Uniti o l’Australia, è necessario richiedere un visto di lavoro. Esistono diversi tipi di visti, da quelli temporanei a quelli per lavori altamente qualificati.

La tassazione varia da Paese a Paese. Alcuni Paesi hanno un sistema fiscale favorevole per i lavoratori stranieri, come per esempio la Svizzera, che ha un’imposizione fiscale piuttosto bassa. È importante informarsi sulle aliquote fiscali, le possibili detrazioni e su come evitare la doppia imposizione, qualora si debbano pagare le tasse in due Paesi.

Per questi temi, è certamente utile rivolgersi a un commercialista che abbia esperienza sulla situazione fiscale del Paese in cui ci si vuole trasferire.

 

Come trovare lavoro all’estero?

Esistono diversi modi per trovare lavoro all’estero.

  • Agenzie specializzate: le agenzie per il lavoro, proprio come Grafton, sono il miglior supporto nella ricerca di lavoro all’estero. Molte agenzie, di nuovo come Grafton, hanno sedi internazionali e si occupano di offrire posizioni temporanee e a lungo termine in vari settori.

  • Portali internazionali: siti web come LinkedIn, Indeed, Glassdoor, Monster e JobisJob offrono una vasta gamma di opportunità in tutto il mondo. Questi portali permettono di cercare lavori per settore e posizione geografica, visualizzare i requisiti e inviare la tua candidatura online.

  • Reti professionali: la rete di contatti è uno strumento fondamentale per trovare lavoro. Utilizzare LinkedIn per costruire una rete professionale, partecipare a eventi di networking e collegarsi con ex colleghi o persone del settore può aprire molte porte.

 

Profili più richiesti all’estero

Alcuni settori sono particolarmente richiesti all’estero. Ecco un elenco dei profili più richiesti.

  • Ingegneria e tecnologia: soprattutto in Paesi come la Germania, la Svizzera e gli Stati Uniti, c’è una forte domanda di ingegneri, sviluppatori software, esperti in intelligenza artificiale e sicurezza informatica.

  • Sanità: medici, infermieri e altri professionisti sanitari sono richiesti in molti Paesi, soprattutto in Canada, Australia e Regno Unito.

  • Marketing e vendite: le competenze digitali, SEO, marketing sui social media e gestione delle vendite sono molto richieste in molti Paesi, inclusi Stati Uniti, Regno Unito e Germania.

  • Settore finanziario: contabili, esperti di finanza e consulenti sono molto richiesti in Paesi come la Svizzera, il Regno Unito e gli Stati Uniti.

 

Lavorare all’estero da giovani o dopo una laurea

Nel 2023 sono stati oltre 21 mila i ragazzi tra i 25 e i 34 anni che si sono trasferiti all’estero: il 21,2% in più rispetto al 2022. Di questi 21 mila ragazzi, ne ritornano in Italia solo 6 mila![4]

Insomma, per chi è giovane e chi ha appena conseguito una laurea, sono molte le opportunità per fare un’esperienza lontano dall’Italia.

Stage, tirocini e master internazionali offrono la possibilità di acquisire esperienza lavorativa e migliorare il proprio curriculum. Molti Paesi hanno programmi di lavoro e vacanza (working holiday) che permettono di lavorare temporaneamente per finanziare il soggiorno. Inoltre, università e istituzioni mettono spesso a disposizione borse di studio e programmi di exchange che includono tirocini aziendali.

 

Consigli pratici per candidarsi

Quando ci si candida per un lavoro all’estero, è fondamentale adattare il proprio curriculum e la lettera di presentazione secondo gli standard locali.

In generale, è bene scrivere un CV conciso e orientato ai risultati: includere competenze, esperienze professionali ed educative, evitando di dilungarsi troppo. In alcuni Paesi può essere più importante l’esperienza pratica, mentre in altri la formazione accademica, per cui è utile fare un po’ di ricerca in questo senso.
Come per l’Italia, è fondamentale personalizzare la lettera motivazionale per ogni applicazione, enfatizzando come le competenze si allineano con le esigenze dell’azienda.

Quali errori comuni evitare?

  1. Non conoscere la cultura locale: ogni Paese ha una propria cultura lavorativa, e non adattarsi può compromettere l’esperienza.

  2. Non fare networking: molti lavori vengono trovati attraverso la rete di contatti; quindi, è utile non trascurare le opportunità di networking, che sono il primo valido aiuto per capire come funziona in un altro Paese e muoversi di conseguenza.

  3. Non informarsi sulla burocrazia: ogni Paese ha normative diverse ed è essenziale conoscere i permessi di soggiorno, visti e tasse per evitare problemi legali.

 

Conclusione

Lavorare all’estero è un’opportunità da cogliere con consapevolezza e preparazione. Se si pianifica bene ogni aspetto, dalla ricerca del lavoro alla gestione della burocrazia, l’esperienza all’estero può diventare un trampolino di lancio per la propria carriera e una straordinaria avventura di vita. Come in ogni avventura, però, potrà essere necessaria qualche improvvisazione e un po’ di sano spirito di adattamento. In bocca al lupo e buon viaggio!

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