Settimana lavorativa di 4 giorni: cos’è, come funziona e vantaggi per aziende e lavoratori

Settimana lavorativa di 4 giorni: origini, trend internazionali e dibattito in Italia

Il concetto di settimana lavorativa di 4 giorni non è del tutto nuovo, ma sta assumendo un significato più ampio nel contesto moderno grazie alle sfide legate al cambiamento tecnologico, alla digitalizzazione, alla crescente richiesta di flessibilità lavorativa e alla sempre maggiore attenzione al benessere psicofisico dei lavoratori.

La sua diffusione inizia a essere osservata con maggiore interesse in molti Paesi, dove si sperimentano diverse soluzioni per ridurre l’orario di lavoro, senza compromettere la produttività.

Il primo esperimento di settimana lavorativa più corta risale agli anni ’20 del XX secolo, quando Henry Ford decise di ridurre l’orario di lavoro dei suoi dipendenti, passando dalla tradizionale settimana lavorativa di 6 giorni alla settimana lavorativa di 5 giorni, che ancora seguiamo oggi.

Tuttavia, l’attuale revival del modello è più recente, grazie all’esperienza di aziende come Microsoft Japan (che sviluppò l’iniziativa “Work Life Choice Challenge” nel 2019[1]) e il programma 4 Day Week Global[2], che hanno visto notevoli miglioramenti in termini di benessere dei dipendenti e produttività.

INDICE DEI CONTENUTI

In Italia, la discussione sulla settimana lavorativa corta è più recente ed è messa in pratica in alcune aziende che la stanno testando, spesso con risultati molto positivi.

La strada verso una diffusione capillare appare ancora lunga, ma il tema è molto sentito tra le nuove generazioni, soprattutto grazie alla spinta del lavoro remoto e delle politiche di benessere organizzativo.

Ma cos’è esattamente la settimana lavorativa di 4 giorni? Come funziona? E quali sono i suoi impatti sia dal punto di vista pratico che normativo? Scopriamo insieme tutte le sfaccettature di questa nuova tendenza.

 

Settimana corta e benessere dei lavoratori: benefici su produttività, stress, work-life balance

Uno degli aspetti più discussi della settimana lavorativa di 4 giorni riguarda i benefici che essa potrebbe portare al benessere dei lavoratori: sembra poter avere un impatto positivo su molti aspetti legati alla vita professionale quotidiana, tra cui la gestione dello stress e il work life balance.

La possibilità di avere un giorno in più per riposarsi e ricaricarsi aiuta a prevenire il burnout e migliora il livello di soddisfazione lavorativa. Inoltre, le aziende che adottano la settimana di 4 giorni vedono un miglioramento nell’engagement dei dipendenti e una maggiore motivazione al lavoro, poiché il tempo extra per la vita privata porta anche a una gestione più consapevole del tempo, soft skill molto preziosa.

In termini di produttività, alcuni esperimenti hanno mostrato che una settimana più breve non comporta una diminuzione delle performance aziendali, anzi. I dipendenti tendono a concentrarsi meglio nelle ore di lavoro disponibili, riducendo le distrazioni e aumentando l’efficienza.

Questo modello risulta essere vantaggioso anche per l’immagine dell’azienda, che dimostra di essere attenta e impegnata nella costruzione di un ambiente di lavoro sostenibile, responsabile e per questo attrattivo.

 

Riduzione dell’orario di lavoro: differenze tra modelli

Una delle questioni principali riguarda la modalità di implementazione della settimana lavorativa di 4 giorni.

Ecco due possibili modelli, che variano nell’organizzazione dell’orario settimanale.

  1. 4 giorni lavorativi da 10 ore: in questo modello, i lavoratori mantengono un orario settimanale di 40 ore, ma distribuite su quattro giorni invece che su cinque. Si tratta di una soluzione che implica una giornata lavorativa più lunga, ma che riduce il numero di giorni in cui il dipendente è obbligato a essere presente in ufficio.

  2. 5 giorni lavorativi da 6.5 ore: questo modello prevede una riduzione dell’orario quotidiano. Ogni giorno di lavoro dura meno, ma il dipendente lavora comunque cinque giorni. La riduzione complessiva delle ore settimanali può variare, ma in genere si attesta intorno alle 32-33 ore settimanali.

Vedremo in un capitoletto dedicato alle aziende che stanno adottando la settimana corta, che la sua attuazione può seguire modalità molto diverse: dipendono dall’organizzazione dell’impresa e dalle sue esigenze.

 

Normativa e aspetti legali

In Italia, l’orario di lavoro è regolato dalla Legge n. 66/2003[3], che stabilisce un limite massimo di 40 ore settimanali, suddivise su 5 o 6 giorni.

Al momento, non esiste una normativa specifica che autorizzi formalmente la settimana lavorativa di 4 giorni, sebbene il concetto di flessibilità oraria stia guadagnando terreno. Le imprese che intendono adottare un modello di lavoro con orari ridotti devono fare i conti con le leggi che regolano la contrattazione collettiva e i contratti individuali, per definire con precisione le modalità di applicazione.

Le sperimentazioni in corso, sebbene ancora limitate, hanno fatto emergere un dibattito interessante in vista di possibili riforme.

Potrebbe esserci un cambiamento a livello normativo, che permetta alle aziende di adottare liberamente modelli di lavoro più flessibili senza compromettere la tutela dei diritti dei lavoratori.

 

Impatto per le aziende

Per le aziende, l’adozione della settimana lavorativa di 4 giorni può offrire numerosi vantaggi competitivi.

Innanzitutto, la riduzione dell’orario di lavoro può migliorare l’employer branding, attrarre talenti più giovani e motivati, e ridurre il turnover dei dipendenti. Le aziende che adottano politiche di benessere lavorativo e flessibilità oraria possono posizionarsi come leader nel loro settore in termini di cura dei dipendenti e innovazione.

Tuttavia, ci sono anche alcune difficoltà organizzative da considerare. La riduzione dell’orario di lavoro potrebbe comportare la necessità di ripensare i processi interni, organizzare meglio i team e trovare soluzioni per garantire che i progetti vengano completati senza intoppi.

Inoltre, non tutte le aziende potrebbero essere in grado di adattarsi rapidamente a questo modello, soprattutto in quelle che operano in settori ad alta intensità di lavoro o con orari rigidi.

 

Esperienze aziendali e casi studio

Uno dei più grandi esperimenti mondiali sulla settimana lavorativa di quattro giorni è stato condotto nel Regno Unito tra giugno e dicembre 2022[4][5].

Il progetto ha coinvolto 61 aziende di vari settori, tra cui: marketing e pubblicità, servizi finanziari, produzione digitale, retail alimentare, assistenza sanitaria, tecnologia, pubblico.

I lavoratori presi in considerazione sono stati 2.900 ed è stato applicato il modello “100-80-100”: 100% di stipendio, 80% delle ore lavorate e 100% di produttività mantenuta.

I risultati si possono leggere nel documento “The Results Are In: The UK’s Four-Day Week Pilot”[6] pubblicato da Autonomy nel febbraio 2023.

 

Risultati aziendali

  • Il 92% delle aziende ha deciso di continuare con la settimana corta dopo il termine del progetto.
  • Il fatturato medio è aumentato del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
  • Il tasso di abbandono del personale è diminuito del 57%.
  • Il 55% delle aziende ha riportato un miglioramento nelle capacità lavorative dei dipendenti.
  • Il 71% ha registrato una riduzione del burnout tra i dipendenti.

Risultati per i lavoratori

  • Il 90% dei dipendenti ha espresso il desiderio di mantenere la settimana di quattro giorni.
  • Il 62% ha trovato più facile conciliare lavoro e vita sociale.
  • Il 60% ha riferito di avere più tempo per le responsabilità familiari.
  • Il 73% ha dichiarato di essere più soddisfatto del proprio tempo.
  • Il 39% ha riportato una diminuzione dello stress.
  • Il 43% ha notato un miglioramento nella salute mentale.
  • Il 37% ha osservato un miglioramento nella salute fisica.
  • Il 46% ha riferito una diminuzione della fatica.
  • Il 40% ha notato un miglioramento nella qualità del sonno.

I risultati del progetto pilota suggeriscono quindi che una settimana lavorativa ridotta può portare a benefici significativi sia per le aziende che per i lavoratori, senza compromettere la produttività. Tuttavia, è importante considerare le specificità di ciascun settore e le necessità organizzative prima di implementare un modello simile.

 

E in Italia?[7][8][9]

Intesa Sanpaolo[10][11]

In Italia, una delle prime grandi aziende a introdurre la possibilità della settimana lavorativa corta è stata Intesa Sanpaolo che, a partire da gennaio 2023, ha permesso ai propri dipendenti di lavorare 9 ore al giorno per 4 giorni, a parità di retribuzione.

La scelta è stata su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive della banca, senza obbligo di giorno fisso.

Questa possibilità si è estesa, nel corso del tempo, a sempre più filiali, che si sono organizzate per riuscire a gestire il cambiamento.

Luxottica[12]

Qui il modello prevede che per 20 settimane all’anno si lavori solo dal lunedì al giovedì, mantenendo lo stipendio invariato.

All’inizio il test è partito sui dipendenti degli uffici, per poi allargarsi anche a parte degli operai negli stabilimenti.

Lamborghini[13]

L’azienda ha introdotto un sistema che garantisce molta più flessibilità. 33 ore e mezzo lavorative settimanali, con una distribuzione dei turni che porta ad avere settimane da 4 giorni e altre da 5.

Il personale di produzione vede quindi una riduzione complessiva di 31 giornate di lavoro, il personale operaio non collegato alla produzione di 16 giorni e gli impiegati di 12 giorni: questi ultimi possono usufruire anche fino a 12 giorni di smart working al mese.

Lavazza

La sua sperimentazione è partita solo per il personale degli uffici, ma poi si è estesa anche nella produzione: prevede di accorciare l’orario di lavoro del venerdì, grazie a una rimodulazione dei turni e ad alcuni permessi aggiuntivi.

Siae

Qui la settimana corta si attiva nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre e dicembre: 32 ore su quattro giorni, con il venerdì libero.

 

Riflessione sul futuro del lavoro

La settimana lavorativa di 4 giorni rappresenta solo una delle molte forme di flessibilità lavorativa che potrebbero caratterizzare il futuro del lavoro. L’emergere dello smart working, combinato con l’adozione di orari flessibili e la crescente enfasi sul work-life balance, sta dando forma a un nuovo paradigma lavorativo.

In futuro, potremmo assistere a una combinazione di modelli di lavoro che permettano ai dipendenti di scegliere come organizzare il proprio tempo in modo più autonomo, in base alle esigenze professionali e personali.

 

Domande frequenti sui 4 giorni lavorativi

  1. Come cambia la retribuzione?
    In genere, la retribuzione rimane invariata se il dipendente continua a lavorare lo stesso numero di ore settimanali, ma distribuite su 4 giorni anziché su 5. Tuttavia, in modelli con orari ridotti, la retribuzione potrebbe essere proporzionalmente inferiore.

  2. La produttività aumenta?
    Sì, numerosi studi hanno mostrato che i dipendenti tendono a essere più produttivi, concentrandosi meglio e riducendo il tempo perso in attività non produttive.

  3. Quali settori possono adottare la settimana lavorativa corta?
    La settimana corta è stata adottata con successo in settori come la tecnologia, il marketing, le risorse umane, e le consulenze. Tuttavia, settori che richiedono un contatto diretto con il cliente o attività in presenza potrebbero incontrare difficoltà a implementarla.

  4. Come si organizzano le risorse e i progetti in una settimana più breve?
    È fondamentale ottimizzare i processi, priorizzare le attività e ridurre le distrazioni per garantire che i progetti vengano completati con la stessa qualità. In alcuni casi, potrebbe essere necessario ripensare la gestione dei flussi di lavoro, adottare strumenti di collaborazione più efficienti e sviluppare una cultura di lavoro focalizzata sulla produttività, piuttosto che sulle ore lavorate.

 

Conclusione

La settimana lavorativa di 4 giorni rappresenta una potenziale rivoluzione nel mondo del lavoro. I suoi vantaggi in termini di produttività, benessere dei lavoratori e attrattività per le aziende sono indiscutibili, ma è essenziale che le organizzazioni adattino questo modello alle proprie esigenze specifiche.

Sebbene la strada verso una piena diffusione non sia ancora breve, l’adozione di modelli di lavoro più flessibili continuerà a essere un tema caldo nei dibattiti sul futuro del lavoro.

Get in touch with us.

Articoli recenti