Come scrivere una lettera di presentazione che parli davvero di te

Introduzione: perché la lettera di presentazione conta ancora oggi

Nel mondo del lavoro contemporaneo, dominato da piattaforme digitali, candidature con un clic e profili LinkedIn sempre aggiornati, si potrebbe pensare che la lettera di presentazione sia un retaggio del passato. Eppure, rimane uno strumento cruciale, soprattutto per i giovani che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro.

Ma facciamo un passo indietro e partiamo dalle basi.

Una lettera di presentazione è un documento scritto che accompagna una candidatura lavorativa, pensato per presentare il candidato e delineare le sue qualifiche e l’interesse per una posizione specifica. Tradizionalmente, la lettera di presentazione accompagna il curriculum vitae e rappresenta uno strumento per personalizzare la candidatura, evidenziando come le competenze del candidato siano in linea con i requisiti del ruolo.

INDICE DEI CONTENUTI

L’importanza della lettera di presentazione nel processo di ricerca del lavoro è sottolineata da numerose ricerche, che indicano come lettere personalizzate possano migliorare in modo significativo le probabilità di ottenere un colloquio, offrendo una narrazione che dà contesto alle informazioni presenti nel CV[1][2][3].

Nonostante la digitalizzazione delle candidature, con l’uso sempre più diffuso di lettere via email e invii online, i principi fondamentali per scrivere una lettera di presentazione efficace restano essenziali. Si incoraggiano i candidati a personalizzare le proprie lettere in base al ruolo e all’organizzazione, dimostrando un interesse autentico e una comprensione delle esigenze del datore di lavoro.

Una lettera di presentazione ben scritta rappresenta uno strumento di comunicazione importante, capace non solo di illustrare le qualifiche di un candidato, ma anche di riflettere la sua personalità e l’entusiasmo per il ruolo desiderato. Seguendo le buone pratiche e prestando attenzione ai dettagli, i candidati possono creare lettere coinvolgenti che aumentano le probabilità di successo nel processo di selezione.

 

Tradizionale vs moderna: due approcci a confronto

La lettera di presentazione tradizionale è formale, sobria, composta. Spesso si apre con “Gentile Dott./Dott.ssa…” e segue uno schema rigido: introduzione, motivazione, conclusione. Ma oggi le aziende cercano personalità, autenticità, valore.

Ecco perché è utile che la lettera moderna prenda in considerazione nuove forme.

  • Creativa: con uno stile narrativo o persino poetico.
  • Personalizzata: cucita su misura per l’azienda, dimostrando così di averla studiata bene, prima di candidarsi.
  • Multimediale: in formato video o con link a portfolio digitali.

Questa evoluzione è fondamentale: non si tratta più solo di “chiedere un lavoro”, ma di raccontare chi sei, perché vuoi entrare in quell’organizzazione e cosa puoi portare.

 

Struttura di una lettera di presentazione efficace

Anche se i toni possono variare, una buona lettera ha sempre una struttura solida.

  1. Intestazione: deve includere i propri dati, quelli dell’azienda e la data. Può sembrare superfluo, ma mostra cura e precisione.

  2. Apertura di impatto: deve evitare frasi generiche come “Con la presente…” e iniziare piuttosto con qualcosa che catturi l’attenzione: una frase significativa, un aneddoto, una motivazione personale.

  3. Corpo centrale: qui si spiega perché ci si candida, perché si ambisce proprio a quel ruolo e quali esperienze, competenze o attitudini si possono mettere in gioco.
  4. Chiusura con call to action: è il punto in cui si ringrazia per l’attenzione e si esprime disponibilità a un colloquio, magari con una frase che lasci il segno.

 

L’approccio strategico a una lettera di presentazione

Ci sono una serie di consigli sempre utili da tenere ben presente.

Personalizzazione[4]

Come già anticipavamo, uno degli aspetti più importanti nella scrittura di una lettera di presentazione è la personalizzazione. Ogni lettera dovrebbe essere adattata alla specifica candidatura.

Si può iniziare con una ricerca approfondita sull’azienda e sul ruolo per identificare le qualifiche e le competenze chiave che il datore di lavoro valorizza: è utile inserire questi elementi nella lettera per dimostrare l’allineamento con i requisiti richiesti.

Inoltre, è importante mettere in evidenza le competenze e le esperienze rilevanti, utilizzando parole chiave specifiche tratte dalla descrizione del lavoro per aumentare la visibilità ai sistemi di tracciamento delle candidature (ATS, Application Tracking System).

Comunicazione efficace

La comunicazione efficace è fondamentale in una lettera di presentazione. È preferibile mantenere un tono informale, senza però perdere la professionalità, e che la lettera sia concisa, idealmente non più di una pagina. È importante concentrarsi sulle informazioni più rilevanti in linea con la posizione ed evitare contenuti superflui.

In alcuni casi, ci sono informazioni che possono essere raccontate nella lettera di presentazione, invece che nel curriculum. Per esempio, parlare di progetti personali come blog, canali YouTube, podcast, o esperienze di volontariato o iniziative extra-lavorative.

Già qui è possibile far emergere soft skill e competenze trasversali, come leadership, teamwork, empatia, gestione del tempo. Questi elementi vanno legati al ruolo per cui ci si candida, per esempio: “Organizzare un torneo sportivo per beneficenza mi ha insegnato a coordinare gruppi e gestire scadenze.”

Focus sui risultati

Se possibile, è utile inserire risultati quantificabili per supportare le proprie competenze. Per esempio, affermare di aver “incrementato le vendite del 30% attraverso strategie di marketing mirate” fornisce una prova concreta del proprio contributo. Questo approccio non solo mette in luce le abilità, ma le collega direttamente ai potenziali bisogni e sfide dell’azienda.

Formattazione professionale

La presentazione della lettera è altrettanto importante. La cosa migliore è usare un layout pulito e ordinato, con font coerenti e intestazioni chiare.

I punti elenco possono migliorare la leggibilità, permettendo ai recruiter di assimilare facilmente le informazioni, ed è assolutamente fondamentale evitare errori di ortografia e grammatica, poiché compromettono notevolmente la percezione di professionalità.

Autenticità

È sempre importante che la lettera riesca a trasmettere la personalità del candidato.

Pur mantenendo la professionalità, condividere per esempio una storia personale che illustra la propria passione per il settore può creare una connessione con chi legge. Questa autenticità può effettivamente permettere di differenziarsi dagli altri candidati.

Si deve tenere a mente che il rischio più comune è cadere nelle frasi fatte: “Sono una persona dinamica e motivata…”. Chi non lo scrive?

Ci si può distinguere usando lo storytelling: raccontare per esempio qual è stato quell’incontro, quel progetto appassionante o anche quell’errore che ha dato il via al proprio percorso lavorativo.

Si può credere, erroneamente, che sia necessario inventare: riflettendoci, ci si renderà conto che basta selezionare con cura frammenti veri e coerenti del proprio percorso. Questo approccio potrà creare molta empatia e credibilità.

Conclusione efficace

È spesso interessante che la lettera termini con una chiusura forte che inviti a quella che nel marketing si chiama CTA, call to action, cioè l’invito a compiere un’azione. Può essere l’espressione del desiderio di approfondire le qualifiche durante un colloquio o un ringraziamento per l’attenzione dedicata alla candidatura. Una conclusione incisiva lascia un’impressione duratura e incoraggia il datore di lavoro a contattare il candidato.

 

Tone of voice: come parlare a seconda del settore

Il tono conta, molto. E dovrebbe essere modulato in base al contesto.

  • Corporate (banche, assicurazioni): tono professionale, ma non freddo.
  • Creativo (agenzie, editoria, design): più libertà stilistica, tono personale.
  • Tech (startup, aziende digitali): diretto, pragmatico, orientato al risultato.
  • Risorse umane: empatico, riflessivo, attento al linguaggio inclusivo.

Un consiglio universale: scrivere come si parla. Un linguaggio naturale, ma curato, crea fiducia.

Vediamo alcuni esempi[5][6].

Esempio 1 (settore corporate)

“Gentile Nome Cognome, ho letto con interesse la vostra offerta per il ruolo di Junior Analyst. Dopo la laurea in Economia e un tirocinio in ambito finance, cerco una realtà in cui consolidare le competenze tecniche e crescere in un team strutturato.”

Commento: più formale, ma efficace. Manca un po’ di originalità, ma il messaggio è chiaro. Si potrebbe arricchire con un breve insight personale o una motivazione più sentita.

Esempio 2 (settore creativo)

“Crescendo, ho sempre avuto una matita in mano. Poi è arrivato Photoshop, e ho capito che il mio mondo era il design. Dopo un anno in agenzia e due progetti da freelance, cerco un contesto in cui crescere confrontandomi con un team e contribuendo con idee fresche.”

Commento: apertura personale, tono autentico, motivazione chiara. Funziona perché mostra un percorso coerente e una visione.

 

Gli errori da evitare (a tutti i costi)

Ricapitoliamo quindi i consigli che abbiamo dato, scrivendoli sotto forma di “monito”![7]

  • Eccesso di formalità: chi scrive come un robot, non farà una buona impressione.
  • Copia/incolla: si riconoscono subito e sono sintomo di scarso interesse.
  • Mancanza di personalizzazione: è la lettera per “una qualunque azienda”… grave!
  • Errori grammaticali e refusi: dimostrano poca attenzione.
  • Autoreferenzialità: parlare solo di sé senza mai citare l’azienda o il ruolo non dimostra interesse.

 

Conclusione: una lettera come ponte tra CV e colloquio

In definitiva, una buona lettera di presentazione è quella che crea un ponte credibile tra il curriculum e il colloquio. Non è un riassunto del curriculum, ma un racconto che risponde a due domande chiave: “Chi sei davvero?” e “Perché vuoi questo ruolo in questa azienda?”.

Se scritta con cura, può far emergere sfumature della propria personalità e della propria motivazione che altrimenti resterebbero invisibili.

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